Le chiamiamo bébé, che in lingua malgascia non significa neonato, ma piuttosto persona anziana, ma in ogni caso, sia per il neonato, sia per la persona anziana, è un termine che suscita tenerezza.
Chiamiamo così le nostre nonnine anziane che vengono ogni giorno in ufficio a chiedere l’elemosina. Sono le più povere dei poveri di Ambositra, che non hanno nessuno che le possa accudire e vivono alla giornata. Alcune di loro inoltre hanno problematiche fisiche per cui non possono lavorare e quindi si affidano esclusivamente al chiedere l’elemosina.
“In effetti”, racconta Nicola Gandolfi, responsabile di Tsiry Parma in Madagascar, “alcune di loro è dal 2006 che ricevono aiuti da noi, un tempo da Suor Margherita e Don Giovanni Ruozi, poi da Suor Luigina, poi da Don Giovanni Davoli ed ora che tutti questi preti e suore sono partiti e non ci sono più, siamo restati solo noi come punto di riferimento”.
Tsiry Parma da quattro anni grazie al contributo fedele di Annarita Storchi, mamma del nostro amico Lorenzo, riesce a fornire un appoggio costante a queste persone. Undici di questi bébé al lunedì e al martedì vanno a prestare servizio alla comunità di Padre Max. Qui svolgono alcuni lavoretti come il trasporto del compost, innaffiano le piantine, piantano ortaggi, raccolgono frutti e sementi. Altre 3 bébé vengono in ufficio il lunedì ed il
martedì e gli diamo semplicemente la loro paga, poiché non riescono a svolgere lavori fisici.
Nella stagione delle piogge ci tagliano l’erba nel cortile. Pascal è l’unico uomo del gruppo delle bébé, passa al lunedì in ufficio a ritirare la sua paga settimanale e anche lui ogni tanto fa qualche lavoretto per noi.
Complessivamente Tsiry Parma impiega 1.700 euro annui per fornire un appoggio costante a queste persone, ma ci piacerebbe fare ancora di più e permettere alle bébé di vivere più dignitosamente ed è per questo che chiediamo la collaborazione e l’aiuto di tutti quelli che vogliono aiutarci prendersi a carico di queste bébé cercando di assicurargli un piccolo reddito di circa 24 euro al mese che gli permetterebbe di vivere da “vere signore”.
Basterebbe per noi di lì rinunciare ad un caffè ogni tanto, ad una bottiglia di acqua minerale, ad un gelato, ad un panino al Mac Donald e fare un piccolo sacrificio per permettere veramente a queste persone di vivere meglio, nella coscienza poi di essere tutti un po’ più felici!