Poche settimane fa, in Madagascar si è abbattuto il ciclone “ANA” che, sebbene fosse di bassa entità, si è lasciato alle spalle ingenti danni e diverse vittime sparse in almeno 7 regioni del Madagascar. Secondo una stima della Protezione Civile e di un istituto che gestisce i dati inerenti i disastri naturali, in Madagascar sono morte 34 persone e più di 65.000 sono rimaste senza casa.
A causa della forza devastante del ciclone, la cisterna di raccolta dell’acqua che era stata recentemente costruita a Soamandrakizay di Vohidahy, è crollata. Questa cisterna, che forniva acqua all’ospedale del paese, al Comune e al mercato di Vohidahy e che fungeva da approvvigionamento continuo di acqua anche per gli abitanti, purtroppo, per ora, è inutilizzabile.
Un altro danno importante provocato dalle abbondanti piogge portate dal ciclone, riguarda il ponte costruito da Tsiryparma ad Ambohijanahary, a 15 km da Vohidahy: la forza dell’acqua ha letteralmente portato via questo importante passaggio sopra il fiume, unico mezzo per raggiungere in moto Vohidahy. Il ponte era stato costruito nel mese di maggio 2021 con il contributo del Centro Missionario di Reggio Emilia.
Le previsioni meteo dicono che ci saranno altri quattro o sei cicloni entro fine marzo, fine della stagione delle piogge. Un secondo molto più intenso denominato “BATSIRAI” si è già formato nell’Oceano Indiano; colpirà il paese questo fine settimana secondo il servizio meteorologico.
Ma Tsiryparma non si scoraggia mai e, nel mezzo di mille difficoltà, di certo non si perde d’animo e si rimbocca le maniche stabilendo che nel mese di aprile, dopo il periodo ciclonico, inizierà a mettere in sicurezza ciò che resta del ponte e a sistemare la cisterna di raccolta acqua con l’aiuto della popolazione locale.